Tributo

a Billie Holiday

Componenti: Valentina Mattarozzi (voce) Igor Palmieri (sax tenore) Francesco Cavaliere (chitarra) Feat: Fulvio Chiara (tromba) Edizione Azzurra Music Acquista il Disco su iTunes Descrizione: Questo album dedicato alla straordinaria figura di Billie Holiday è parte integrante dello spettacolo teatrale “Io sono Billie”, scritto e interpretato da Valentina Mattarozzi. Essenziale è l'aggettivo che più si intona ai colori di questo progetto. Gli accordi e gli arpeggi di chitarra assieme a qualche abbellimento di Francesco Cavaliere, bastano ad armonizzare i brani, rendendo più vera l'interpretazione confidenziale di Valentina Mattarozzi. Il coronamento e cornice immaginaria del quadro sonoro lo si ottiene con il caldo e morbido suono del sax tenore di Igor Palmieri, che riflette la figura di Lester Young, amico, confidente, fratello di musica di Billie. Se è il senso dell'essenziale il filo conduttore di questo progetto, è proprio nella figura di Lester che si trova l'essenzialità degli affetti della grande cantante. Pochi compresero l'entità di questo immenso sentimento, molto più vero di tutti gli amori consumati a letto da Lady Day. I brani scelti per essere interpretati in questo album incarnano completamente l'anima struggente di Billie, come le canzoni scritte di suo pugno Don't Explain, Fine and Mellow, God Bless the Child e Billie's Blues ed altre non sue, come Gloomy Sunday, Lover man, Sophisticated Lady, Stormy Weather, Body and soul e Yesterdays, ma che la resero agli occhi della gente come la più sensibile e caratteristica cantante dell'epoca, la più amata ma anche contrastata figura. La tragica Strange Fruit , qui interpretata solo dalla voce di Valentina e dallo struggente flicorno di Fulvio Chiara, fu il brano che la consacrò, ma la marchiò agli occhi del governo degli Stati Uniti come la prima stella nera che si ribellava alle vessazioni dei razzisti. Fu un'arma a doppio taglio, perchè con essa pagò un dazio troppo alto. Rea di aver alzato la testa, le autorità non le dettero più pace, colpendola dove lei era più fragile, togliendole pure la possibilità di cantare e la voglia di vivere. Billie si esibì in condizioni umane, fisiche e mentali sconvolgenti, eppure era sul palco che esprimeva tutta la sua voglia di rivincita e di rinascita. Era consapevole della sua bellezza che manifestava attraverso una sensualità fragile e disperata. E' tuttora un punto focale per molte cantanti, fonte inesauribile di energia ed ispirazione che si rinnova per ogni persona la quale l'ascolta per la prima volta e che poi non potrà far altro che amarla disperatamente, proprio come Billie ha amato disperatamente la sua esistenza. Questo è il nostro umile omaggio alla più grande cantante jazz di tutti i tempi. Biografie: Valentina Mattarozzi, bolognese di nascita, è una interprete a tutto tondo. Ha studiato danza classica per dieci anni e calca i palchi teatrali anche in veste di attrice e autrice. A sei anni inizia a suonare il pianoforte a 12 a comporre. Inizia gli studi vocali con il canto lirico, (conservatorio Martini di Bologna e Frescobaldi di Ferrara), ma la sua innata curiosità l'ha portata a scoprire tanti generi musicali, (dal pop al rock, dal blues alla fusion), facendoseli suoi. Ed è proprio la mescolanza di tutto questo che la rende unica. Il suo primo vero grande amore però è per il jazz che rimane la sua principale fonte di ispirazione anche quando compone. Ha dato luce alla rassegna Jazz Randagio, collabora con vari artisti bolognesi tra cui Annibale Modoni, Teo Ciavarella, Felice Del Gaudio, Carlo Atti e Lele Barbieri. Nel 2014 esce con l'album di brani inediti “Vally Doo”, cavalcando la top ten e la top twenty della classifica radiofonica indipendente Radio Airplay. Dal 2013 è la vocalist della famosa Doctor Dixie jazz band, che ha visto collaborazioni con Mullighan, Dalla, Avati e Arbore. Igor Palmieri cresce a Mantova. All’età di 6 anni si avvicina allo studio del pianoforte e quasi contemporaneamente del Sassofono Contralto, tenore e soprano, decidendo successivamente di dedicarsi allo studio del solo sax tenore, suo strumento principale. Giovanissimo vince molti premi e riconoscimenti nazionali e si fa riconoscere dalla stampa jazz e dal pubblico per la qualità del suono e per il fraseggio. In particolare la critica musicale (anche recensendo il primo disco titolo 'Have a nice day') ha sempre riconosciuto uno stile del tutto diverso e 'contro corrente': un suono caldo, 'soffiato'; un jazz fatto di fraseggi leggeri, definiti e molto ispirati ai grandi jazzisti del passato come Lester Young, Ben Webstern, Chet Baker, Stan Getz ed altri. "Uno stile che tende a togliere anziché aggiungere tentando così di trasformare in suono le parole dei testi (spesso, bellissimi e molto legati a concetti di libertà, amore e passione)". La carriera di Musicista Professionista inizia quando viene chiamato a partecipare, come supporter di gruppi jazz e non solo, già all’età di 16 anni. Ha suonato, fra gli altri, con Atti, Kirkpatrick, Gorgone, Chiara, Milanese, Sicbaldi, Fresu, e molti altri. Attualmente partecipa a Festival jazz nazionali ed internazionali dove porta, fra i tanti, il suo progetto musicale dedicato a Chet Baker al quale ha dedicato il disco ToChet. Francesco Cavaliere, chitarrista partenopeo di lunga esperienza internazionale, con uno stile tutto personale, dove i suoni caldi delle corde di nylon sono nati dalla fusione della sua prima esperienza con la musica classica assieme alla magia del jazz. Vanta una trentennale esperienza a Londra dove ha potuto collaborare con famosi artisti, quali, Antonio Forcione, John Henderson, Giorgio Serci e la cantante Joanna Eden per la quale registrerà il suo primo album A Little Bird told me. Ha partecipato a diversi jazz festival, tra cui Edimburgo, Soho jazz e registrato alcuni album ( Francesco, Sea of Love, On My Own Acustic World), che raccolgono sue composizioni. Attualmente vive in Italia dedicandosi alla musica.

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